<<Il ricordo che ho di Carla Fracci ? Vederla fare gli esercizi alla sbarra servendosi del carrello di un macchinista, mentre eravamo sul set tra un ciak e l’altro. La danza era proprio dentro di lei, non poteva farne a meno, e infatti è questa l’immagine più memorabile di lei che ancora mi accompagna. Oltre al silenzio reverenziale che calava sul set quando arrivava, come se tutti avvertissimo a pelle la magia che emanava>>.
Con queste parole Alessandra Mastronardi ricorda l’indimenticabile Carla Fracci, alla quale presta il volto nel film tv “Carla”, diretto da Emanuele Imbucci. Una sorta di evento che sarà al cinema soltanto dall’8 al 10 novembre, per poi andare in onda su Rai1 il 5 dicembre. Girato tra Roma, Orvieto e Milano, anche all’interno del Teatro alla Scala, il film si ispira liberamente all’autobiografia dell’étoile “Passo dopo passo – La mia storia”. Tant’è che è stato realizzato con la sua consulenza diretta, insieme al marito Beppe Menegatti e alla loro collaboratrice storica Luisa Graziadei.
<<Ogni scena girata, ogni frase pronunciata, ogni emozione che ho cercato di suscitare sono state per lei. Per questo il mio più grande rammarico è che non abbia fatto in tempo a vederlo finito>> rivela l’attrice napoletana. <<Resta il fatto che è stato un grande onore e una grande responsabilità vestire i suoi panni, il regista era costretto a tranquillizzami quasi a ogni ciak. Era stranissimo ballare sul palco mentre lei osservava dietro le quinte, avrebbe dovuto essere sempre e solo il contrario!>> assicura.
La forza di Carla FRACCI
Il film ripercorre il percorso umano e professionale dell’étoile, partendo dalla sua infanzia nell’immediato dopoguerra. Poi l’ingresso all’Accademia Teatro alla Scala, il successo e la difficile scelta della maternità in un momento cruciale della sua carriera. Sempre guidata da istinto, passione e senso della sfida, che le hanno perfino valso il titolo da parte del New York Times di “prima ballerina assoluta”.
<< Siamo abituati a vederla sempre danzare con il sorriso sulle labbra, leggera come quelle libellule a cui si ispirava. Ma non abbiamo mai visto le sue lacrime, le sue cadute, le ferite sui suoi piedi. Ed è proprio questo che abbiamo voluto mostrare. Per far capire a tutti quanto tendini e muscoli tirassero, e al tempo stesso quanto diventassero improvvisamente leggeri durante le sue evoluzioni in palcoscenico>> spiega Alessandra.
<< Quando le ho chiesto che tipo di messaggio e di emozione voleva far emergere con questo film, lei mi ha risposto semplicemente: la forza. Oltre alla serietà, alla preparazione e all’impegno che la danza esige. Io ne sapevo già qualcosa avendo fatto in passato ginnastica artistica, ma indossare le scarpette da danza è stata un’emozione e un ulteriore insegnamento.
Ho fatto ore e ore di prove per imparare postura e movimenti. Ovviamente per quelli più impegnativi è subentrata una controfigura, la prima ballerina del Teatro dell’Opera di Roma Susanna Salvi, con la quale siamo praticamente entrate in simbiosi. Il mio corpo diventava il suo e viceversa, e in due abbiamo dato vita all’immensità di Carla Fracci >>.

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